mercoledì 10 febbraio 2010

Raccomandata A.R.

I miei genitori sono emigrati in Australia nel 1960, e lì hanno soggiornato per circa 10 anni. Il loro obiettivo era quello di lavorare, guadagnare e risparmiare abbastanza da poter tornare in Italia e acquistare un terreno sul quale costruire una casa.
In Australia hanno lavorato come operai e trasportatori, ma qui in Italia la mia è sempre stata una famiglia di agricoltori, e quindi sul terreno che hanno infine acquistato, con i risparmi accumulati in quasi 10 anni di duro lavoro, hanno vissuto coltivando uva, olivo e frutta.
Negli anni settanta, negli ottanta e forse anche nei primi novanta il mestiere era duro, ma redditizio, abbastanza comunque per permettere ai figli di studiare con tranquillità.
Oggi l'attività, dopo che mio padre è venuto a mancare nel 1994, è condotta da mio fratello maggiore, ma le condizioni economiche delle imprese agricole non sono più quelle di una volta.
Io ho conseguito una laurea in ingegneria, e attualmente lavoro come impiegato in un'azienda di informatica: stipendio medio.
Proprio in questo periodo mi accingo ad accendere un mutuo per ristrutturare la casa che i miei costruirono alla fine degli anni 60; mio fratello abita nella casa a fianco, costruita da mio padre negli anni 80.
Stasera tornando a casa dall'ufficio ho trovato una raccomandata.
L'Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero dell'Arcidiocesi di Chieti - Vasto vuole da me € 1.170,57, e altrettanti da mio fratello. Vi prego di leggere con attenzione le prime due righe, nelle quali l'Istituto ci informa che il nostro terreno è di sua proprietà.
Nel 1995 siamo venuti a conoscenza dell'esistenza del canone che grava sui nostri terreni, in termine tecnico si chiama “enfiteusi”. Non sono un esperto, e quanto scriverò nel seguito potrebbe essere inesatto, ma la sostanza c'è. Nei secoli scorsi, i contadini del mio paese riconoscevano al clero, come tributo, una parte del raccolto in natura; non saprei se la gabella derivasse dal fatto che i terreni fossero di proprietà della Chiesa, che consentiva ai contadini di coltivarla, ma in ogni caso con l'unità d'Italia la terra è (giustamente) entrata in possesso di coloro che la lavoravano.
Purtroppo però i Patti Lateranensi e il Concordato del 1984 hanno reintrodotto e confermato il balzello, sottoforma, appunto, di enfiteusi, ossia di diritto reale di godimento su una proprietà altrui.
Alla fine degli anni 60, per il terreno dei miei genitori, il tributo ammontava all'equivalente di un quintale di grano o giù di lì. La posizione si sarebbe potuta riscattare, ma ciò avrebbe comportato la rivalutazione del tributo, e l'esborso di una somma consistente.
Fino alla morte di mio padre non ci è mai stato richiesto nessun pagamento: le pratiche di successione hanno riportato alla luce il vincolo, e i pagamenti partono dal 1995.
Nel nostro caso i terreni sono intestati ad entrambi, ma tra me e mio fratello c'è l'accordo tacito che di queste cose se ne occupa lui, e da quello che so ha sempre continuato a pagare ogni anno circa €10. Ma da qualche mese in paese si sente parlare del fatto che la diocesi stesse rivalutando i canoni; sono state fatte riunioni alle quali non ho potuto partecipare, e quello che percepisco da fuori è una sorta di rassegnazione, la volontà di cercare un accordo, una trattativa, magari sul prezzo: invece di pagare, che so, € 2000 all'anno, magari riusciamo a convincere il vescovo ad accontentarsi di soli € 500, chissà che non ci vada pure bene!
Io sono intenzionato a non pagare. Anzi aspetteri l'ufficiale giudiziario sulla soglia di casa. Lo farei entrare e gli offrirei un caffè. Dopodiché se si azzardasse a toccare qualcosa mi metterei di traverso. Resistenza passiva. Chiamerei i carabinieri, la polizia, l'esercito. Mi farei arrestare. Credo che però prima tenterò con un bravo avvocato.
Per il poco che vale mi piacerebbe comunque sollevare il caso, portarlo all'attenzione dei media.
In ogni caso la prossima volta che sentite il Papa parlare di crisi, di sostegno ai lavoratori, pensate a me, a mio fratello, e ai tanti ai quali la Chiesa chiede di corrispondere uno stipendio medio italiano all'anno.
E tutto perché trecento anni fa, i contadini che si spezzavano la schiena nei campi che erano dove adesso è casa mia, versavano al clero un sudatissimo quintale di grano ogni anno.

13 commenti:

  1. L'enfiteusi si può riscattare pagando venti annualità.....ed il terreno poi è tuo....
    Vedi Codice Civile : è un diritto reale minore non più in uso , vedi legge speciale....

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  2. Come ho scritto qualche post più su, da quello che so io, sono 15 volte il canone, nel mio caso € 17.000: se fossero 20 annualità sarebbero addirittura circa € 23.000!
    A quale legge speciale ti riferisci?

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  3. Alla Chiesa io non darei nulla, per centinaia di anni hanno sfruttato il popolo con le loro gabelle, meglio fare un'offerta ai bisognosi, che in questo momento ce ne sono parecchi, i grassi prelati se vogliono i soldi vadano a lavorare come tutti gli altri, se lo trovano

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  4. Rivolgiti a Turco dei Radicali.

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  5. ...mia ignoranza in materia...
    ma è legale un ricalcolo di una tale entità? Ossia è legale che da un momento all'altro un canone concordato passi da 20 a quasi 1200 euro (ossia 60 volte il prezzo precedente...altro che passaggio lire-euro) ? Credo ci siano regole a riguardo...e nel momento in cui queste regole vengono rispettate si può pensare ad un riscatto (15 o 20 volte che sia) molto più sensato...
    ...ma ribadisco...sono ignorante in materia quindi...

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  6. Anche io sono ignorante, quindi non mi azzardo a scrivere niente che poi mi dovrei rimangiare (chissà quante castronerie ho già scritto!): naturalmente vi farò sapere tutto quello che mi succederà.

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  7. E' una situazione da sottoporre ad un avvocato.
    Se mai chiederanno sul serio i soldi, perché la raccomandata vale giusto per far decorrere gli interessi.
    Ma sono loro a dover instaurare il giudizio e a dover dimostrare di avere un credito da far valere.
    E non è tanto semplice.

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  8. enfiteusi su fondo agricolo: la normativa prevede che la misura del canone non può essere sproporzionata rispetto al valore di mercato del bene su cui grava il livello, ma che il questo sia periodicamente aggiornato mediante l'applicazione di coefficienti di maggiorazione idonei a mantenere adeguata, con una ragionevole approssimazione la corrispondenza all'effettiva realtà economica. (Corte Costituzionale sent. 406 del 7 aprile 1988 e sent. 143 del 23 maggio 1997). Proprio in relazione a queste sentenze è stato dichiarato illegittimo il metodo di calcolo che prendeva utilizzava il reddito dominicale come valore di riferimento, proprio perché obsoleto e non più rispondente ai agli attuali parametri di mercato (es. Valore Agricolo Medio).

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  9. Tutto bello quello che dite. Peccato che la banca non mi apre un mutuo con il vincolo sulla visura. Dato che i tempi della giustizia sono quelli che sono, e ho bisogno del mutuo immediatamente, non ho avuto scelta e ho pagato.

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  10. E comunque ho sentito avvocati e professionisti che hanno avuto a che fare con la questione. Tra l'altro pare che il canone che mi hanno chiesto sia ritenuto "adeguato". Non si scappa.

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  11. una sola parola! BURZUM!!! se ti costringono a pagare brucia una chiesa all'anno!!!

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  12. Ho già pagato: http://enfit.blogspot.com/2011/02/come-andata-finire.html

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  13. Sarebbe da dire alla Chiesa di rinunciare visto che ora vi sono terreni abbandonati che non producono alcunché se non le tasse allo stato italiano che solo noi proprietari, non la Chiesa, paghiamo.

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