sabato 13 febbraio 2010

Conferme

Cercando in rete ho trovato un articolo (questo è il link) che conferma più o meno quanto da me riportato nei miei post precedenti.
Ne riporto qui un ampio stralcio.

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È il 2002, grazie ad un provvedimento di legge di qualche anno prima (grazie al primo governo Prodi o al primo governo Berlusconi, non so), in Italia, soprattutto al centro-nord, iniziano ad arrivare delle cartelle di pagamento “impazzite”. Qualcuno urla sbigottito: “questa è una truffa, una banale truffa, finirà a tarallucci e vino”. Le varie lettere portano tutte la dicitura dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero diciamo competente per territorio.
Vivo il tutto con i miei primi articoli, raccogliendo testimonianze di famiglie spesso disperate. Sono alle prime armi, ma capisco subito che non c’è alcuna truffa. E’ un triste risveglio che nel silenzio dei media e grazie alla complicità dello stato colpirà molte famiglie ignare del tutto.
Siamo nel 2002, l’8 per 1000 accusa “qualche” flessione, la Chiesa come spesso accade necessita di soldi, tanti soldi. Si rispolvera, si riabilita un vecchio diritto, un “cavillo” rimasto in fieri e non estinto: l’Enfiteusi. Trattasi di un diritto reale di godimento su beni immobili (quindi anche terreni), della stessa famiglia dell’Usufrutto. Il contenuto del diritto dice esattamente: “L’Enfiteusi attribuisce al titolare del godimento detto enfiteuta, il diritto di godere, in perpetuo o a tempo determinato, comunque non inferiore a 20 anni, di un fondo-terreno di proprietà altrui (in tal caso Chiesa di Roma), con i soli obblighi di migliorarlo e di pagare al proprietario del fondo (sempre la Chiesa di Roma) un canone, detto canone Enfiteutico, in denaro o in natura. L’enfiteusi è un diritto reale perpetuo, se non stabilito nella modalità ventennale, pertanto si estingue solo per Affrancazione: l’enfiteuta paga una somma per acquisire la proprietà del terreno da lui utilizzato ma fino a quel momento di proprietà del Clero; o per Devoluzione: il concedente (Vaticano) riprende la piena proprietà e il pieno possesso del fondo interrompendo il rapporto con l’enfiteuta. La Devoluzione scatta anche quando sussiste il mancato pagamento dei canoni Enfiteutici. L’unica vera metodologia di estinzione naturale è la scadenza del termine a tempo determinato, quello di 20 anni, ma a quei tempi la fame era molta e di contratti del genere se ne facevano davvero pochi.
Per facilitare la comprensione del tutto, “equiparate” forzatamente l’Enfiteusi al semplice contratto di locazione (chiedo scusa agli avvocati per la similitudine pressochè blasfema) che si instaura tra locatore e locatario, con il solo distinguo che l’Enfiteusi se non ventennale è perpetua e non si prescrive. Il punto: Prima che l’Italia si unificasse, il centro dello stivale era governato dallo Stato della Chiesa. La quasi totalità dei terreni sparsi su Umbria, Toscana, Lazio, Marche e piccole parti di altre regioni, erano in capo (proprietà) all’attuale Stato Città del Vaticano. A quei tempi la necessità del cibo portava i cittadini a chiedere l’utilizzo di alcuni “lotti vaticani” sovente inutilizzati dal Clero. Dai sacri palazzi si cedevano questi appezzamenti per mezzo di un istituto chiamato Enfiteusi. In tal modo i cittadini acquisivano il diritto di coltivare il fondo in cambio di preservare lo stesso e pagare alla Chiesa un determinato canone Enfiteutico. Col tempo questo istituto si è “perso”, nessuno ne ha più parlato, la Chiesa per prima. L’ignoranza della popolazione civile presa purtroppo a badare ad altro non era al corrente della perpetuità di questo diritto.
L’Italia nel frattempo si è prima di tutto unificata, poi si è industrializzata dopo periodi politici travagliati. Intanto nel corso di decenni e forse secoli, col dimenticatoio a portata di mano su questi terreni si è edificato (a volte sono addirittura passati al pubblico), e la Chiesa, sempre per decenni e forse secoli, non ha fatto menzione dei suoi vecchi appezzamenti. Nel 2002 la sorpresa. Avvalendosi di uno dei principali caratteri dell’Enfiteusi, la perpetuità, lo Stato Città del Vaticano chiede a moltissimi cittadini il versamento di tutti i canoni non pagati dai loro discendenti che hanno, originariamente o meno, instaurato il rapporto di Enfiteusi e che nel tempo non hanno affrancato. La Chiesa sostanzialmente reputa quei terreni come propri e i cittadini come abusivi.
Non solo: intima agli stessi di scegliere al più presto tra Affrancazione o Devoluzione senza rimandi di tempo. In fondo al Vaticano quei terreni servono in modo urgente, come a dimenticare i secoli di silenzio e anonimato.
Cosa accade: il semplice cittadino che credeva nella proprietà del terreno in suo possesso magari passato di generazione in generazione, sul quale per ipotesi viveva e dove (sempre per ipotesi) aveva faticosamente costruito un manufatto edile, non sapeva in realtà di non essere il vero proprietario (grazie all’Enfiteusi il vero proprietario era ancora lo Stato del Vaticano), ma di assurgere a semplice enfiteuta; in pratica come un normale locatario nel rapporto di locazione (tenete a mente la forzatura blasfema).
A molte famiglie non è rimasto che sostenere onerosi pagamenti di canoni enfiteutici arretrati per appropriarsi di terreni ed edifici sui quali vivevano e che credevano propri. I canoni sovente sono stati sviluppati sommando spese come 15 lire per l’anno 1850 (più interessi moratori), altre 150 lire per l’anno 1916, in più la maxi spesa relativa all’affrancazione (per divenire cioè, realmente proprietari). I costi sostenuti sono stati spesso ingenti perché il valore del terreno si è da subito rapportato alla sua eventuale cubatura, e qualora fosse stato presente un immobile, il prezzo dell’affrancazione sarebbe salito ancora. Una volta sommati i costi dell’atto notarile di affrancazione, le spese diventarono mostruose per molta gente.
Qualcuno dissanguato dalle spese abnormi ha lasciato andare in devoluzione il bene riconsegnando il terreno (e in qualche caso anche il tetto) alla Chiesa che magari avrà venduto quei beni a prezzi di mercato. Altri, la maggioranza, hanno affrancato. Qualcuno si indignò, fece causa, purtroppo in modo insensato. L’Enfiteusi è perpetua e come tale non si applica l’Usucapione. La Chiesa grazie anche al catasto Vaticano (nulla a che vedere col catasto Repubblicano) cadde in piedi, moltissimi cittadini grazie alla compartecipazione dei notai caddero dalle nuvole facendosi molto male. Vidi famiglie non benestanti pagare, scuotere la testa seppur colpevoli di niente, semmai dell’ignoranza e della priorità delle necessità dei loro antenati.

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Il blog dell'autore si chiama futuribilepassato.

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