sabato 16 luglio 2011

Le colpe dei padri

Alla fine, il cuore del problema non ha niente a che fare con la religione. Il problema ha a che vedere con la legge e la giustizia sociale.
Una legge deve essere rispettata anche se ingiusta? L'adagio "la legge non ammette ignoranza", nel mio caso, è troppo manicheo. Sì, mio padre ha sbagliato, nell'acquistare terreni vincolati, ma nel farlo era stato rassicurato da figure autorevoli. La Chiesa stessa è un'autorità dalla quale mio padre non si sarebbe mai aspettato niente di simile.
Un'altra questione è se la Chiesa debba o meno seguire, nel suo agire come organizzazione in questa vita, i precetti che predica ai suoi fedeli. Nel mio caso, l'applicazione della legge ha portato alla rivalutazione a tassi da usura di canoni ultracentenari. Non basterebbe la sproporzione tra il canone precedente (circa 10 euro all'anno) e quello attuale (più di 2000 euro all'anno) per far gridare allo scandalo? E se pure una legge dell'uomo permette ad alcuni soggetti (non solamente ecclesiastici) di far valere diritti su terreni dopo più di cento anni, e dopo diversi passaggi di proprietà, deve un'istituzione come la Chiesa approfittarne a proprio vantaggio, creando difficoltà a famiglie che non vivono certo di rendita?
Continuo a pormi queste domande nella speranza di diffondere il più possibile questa storia: potrebbe anche non essere la questione più importante, nel momento storico in cui ci troviamo, ma è indicativa di come, in Italia, il privilegio è perpetuo e radicato, e continua a stringere e a strozzare le nostre vite, da ogni direzione. I sacrifici vengono sempre richiesti da chi ha più privilegi a chi ne ha meno. Le risorse economiche invece sono rastrellate nella direttrice opposta.

Nessun commento:

Posta un commento